mercoledì 17 novembre 2010

GIURO

Giuro innanzi a questa carne che è la mia carne...su queste lacrime di una donna fedele che mi ha atteso nella sofferenza della mia mancanza, dovessi morire nella mia lotta, che con ogni mezzo e con le mie misere forze combatterò, fin che Dio lo vorrà, per abbattere le mura di ogni carcere.... di ogni prigione....di ogni ghetto....DIO LO VUOLE

domenica 14 novembre 2010

Elogio dell'imbecille

Perchè al mondo ci sono tanti imbecilli? E perche' sorprendentemente, in politica come nelle aziende gli stupidi prosperano, riuscendo spesso a raggiungere posizioni di successo? la risposta è semplice: l'intelligenza non serve più.
L'uomo se l'è lasciata alle spalle, come i peli che gli ricoprivano il corpo, la coda o la camminata a quattro zampe.
Il segno più caratteristico dell'essere umano, quello che gli ha permessodi elevarsi dalla specie animale e,in una certa misura, di dominare il mondo, non nè più necessario.
La nostra specie tende per natura alla stupidità e per la sua sopravvivenza, è questa a giocare un ruolo chiave.
Ecco perchè l'imbecille ha una marcia in più.
E' un anticipatore: non capisce niente, ma è già pronto per il futuro esarà lui a salvarsi. Inutile allarmarsi dunque seabbiamo sempre più casi eccellenti di cervello avvizzito, soprattutto tra chi è chiamato a ricoprire ruoli di responsabilità: evidentemente siamo al traino di chi ha davvero compreso come gira il mondo e non può che traghettarci verso un ridente destino.
Alla fine, è una questione di sopravvivenza: meglio un cretino vivo che un genio morto.   (Pino Aprile)

giovedì 11 novembre 2010

Prima che arrivassero

Prima che arrivassero i nostri fratelli bianchi per fare di noi degli uomini civilizzati, non avevamo alcun tipo di prigione. Per questo motivo non avevamo nemmeno un delinquente. Senza una prigione non può esservi alcun delinquente.
Non avevamo nè serrature ne chiavi e perciò, presso  di noi non c'erano ladri. Quando qualcuno era così povero da non possedere cavallo, tenda o coperta riceveva tutto questo in dono. Noi eravamo troppo incivili, per dare grande valore alla proprietà privata. Noi aspiravamo alla proprietà per poterla dare algi altri. Noi non conoscevamo alcun tipo di denaro e di conseguenza il valore di un essere umano non veniva misurato secondo la sua ricchezza. Noi non avevamo delle leggi scritte e depositate, nessun avvocato e nessun politico, perciò non potevamo imbrogliarci l'uno con l'altro.
Eravamo messi veramente male, prima che arrivassero i bianchi, ed io non mi so spiegare come potevamo cavarcela senza quelle cose fondamentali che - come ci viene detto - sono così necessarie per una società civilizzata.

RISPOSTA A " MURI" da un eergastolano

Gentilissima anima, le tue parole meritano un commento, spero di essere all'altezza.
Non ci sono colori nel mio cammino da ergastolano perchè non desidero un colore che assomigli a me.
Il verde dei prati resta solo nella mia sperduta fantasia distante anni luce.
Il  mare anche esso con le sue onde qualche volta smuove un pensiero che muore.
L'azzurro non è altro che un giorno infinito e questo vale per tutti gli esseri viventi.
Il giallo del sole è un timido alone che fa capolino nella mia vasca di cemento.
Non colgo un fiore da secoli, figuriamoci l'odore delle viole.
La mancanza di tutto questo non accresce il mio essere quindi appassisco nei giorni.Dove vivo io non ci sono risate di bambini, c'è solo nebbia.
Non ho ricordi del mio passato come non ho speranze nel mio futuro.
Cerco con tutto il cuore di ascoltare le tue parole, cerco sempre di imparare dagli altri tutto quello che posso, anche se per me tutto questo è molto difficile, ma ci provo ancora e sempre.
Ma tu anima candida non sprecare il tuo tempocosì perchè io sono e resto un relitto adagiato nel fondo del mare dell'ipocrisia e dell'odio.
Non potrai mai sollevare questo enorme carico, sono troppo pesante per il tuo piccolo corpo.
Ma gridalo sempre che qualcuno in questo preciso momento ti vuole bene.
Che c'è un ergastolano ostativo che ti rispetta per la forza che hai dentro di te, perche tu, così piccola e fragile dai calci alla stupoidità, alle parole sterili.
E dichiari apertamente di salvarmi, grazie donna del futuro, grazie per tutto il mondo che mi doni, la passione che ci metti per coltivare il terreno arido della mia pelle.
Così questo umile gigante ti abbraccia con l'amore di sempre.

martedì 2 novembre 2010

Il mio viaggio

6 maggio 1951
io nasco e mi consegnano una valigia vuota.
6 maggio 1961
sono una bambina curiosa, con tanta voglia di imparare, con tanta voglia di vivere, mi ricordo di quella valigia, la apro, dentro c'è...miseria, squallore, freddo, vorrei posarla, è pesante, troppo pesante per una bambina piccola piccola. E poi, non so dove metterla...devo portarla ancora un po'.
6 maggio 1971
Sono  una sposina  giovane ed è ora di posare il peso di quella  valigia, quindi, butto via tutto, la riempio di sogni, di progetti, di amore per quel ragazzo che mi ha sposata.
6 maggio 1981
Sono mamma da ormai otto anni, ho preparato una valigia per mio figlio,  dimenticando la mia, ho riposto con cura tutte le mie speranze, tutto il mio amore per lui, tutte le ansie di una giovane mamma, tutti i sorrisi che lui mi ha regalato, le fiabe che gli ho raccontato, però...non so come mai, il peso di quell'antica valigia mi costringe a tornare indietro nel tempo. La nascita di   mio figlio mi ha dato delle sensazioni, tenerezza, amore, paura di non essere all'altezza del compito, e quindi, il confronto è inevitabile. Come hanno potuto nel lontano maggio 1951 consegnarmi una valigia così pesante? Ignoranti? Folli? Disperati? Non trovo una risposta, ma quella valigia è tanto ingombrante.
6 maggio 1991
Mio figlio è quasi un uomo, è ora per me, devo ripartire.
Poso la valigia dei sogni, delle delusioni, delle scottature. Ne compro una nuovo fiammante.
Devo prepararla, devo riempirla, devo pur metterci dentro qualcosa...penso un po' e poi decido, meglio lasciarla vuota, la riempirò lungo il cammino, non so che cosa mi aspetta, non so in quali stagioni sarò in un posto o in un altro, quindi...mi procurerò l'occorrente al momento del bisogno, parto leggera, nessuno ha più bisogno di me.
6 maggio 2001
il mio viaggio continua, ora qui, ora là, ora preoccupata, ora serena, ora felice, ora infelice, ho preso tanto dalle persone che ho incontrato sul mio cammino, e spero di avere lasciato qualcosa di mio in ognuna di loro.
6 maggio 2011
non è ancora arrivato...ma la mia valigia, pur essendo molto leggera è colma.
Colma di consapevolezza, colma del benessere della solitudine che vivo da molto tempo. E' strano, quando la apro la vedo stipata di bei ricordi e di tanti progetti, però mi accorgo con stupore che può contenere ancora molto. E, la cosa più strana, è che non è assolutamente pesante, spero di trascinarmela dietro ancora per tantissimi anni.
Dovrò fare i conti, molto presto...con la forbice della memoria, spero che non recida nulla di quanto di bello ho scoperto.
Il viaggio della vita è il più sorprendente di tutti e l'augurio che faccio a me stessa è, di conservare lo stupore di una bambina di fronte alla vita vissuta da una donna, una donna come tante, ma unica nel suo viaggio.

lunedì 1 novembre 2010

Muri

Muri grigi, muri alti, muri spessi,
rumor di cancelli, rumor di grandi chiavi che aprono e chiudono,
odore di cemento, odore di polvere, odore di vuoto

I colori....te li ricordi ancora i colori?
Il verde dei prati, il rosso degli alberi, l'azzurro del mare,
il giallo del sole, il colore delle viole .

I rumori...te li ricordi ancora i rumori?
Il vociare dei bambini, il rumore dei passi, il rumore delle parole,
il brusio dei mercati, le saracinesche dei negozi che si aprono di buon mattino

Gli odori...te li ricordi ancora gli odori?
L'odore dell'erba appena tagliata, l'odore che emanano i cespugli di rosmarino,
l'odore della pioggia e della neve, il profumo delle rose e delle viole.
Ricordi ancora tutto questo?

Ti prendo per mano, ogni giorno e te li insegno di nuovo.
Ti aiuto a distinguerli,....ecco senti?....ecco vedi?....ecco ascolta...ecco guarda!

Che cos'era? qualcuno ha tirato un sasso nell'acqua?
No...era un ranocchio che si nascondeva sott'acqua.
Che cos'era? un cane che fuggiva?
No...era un capriolo che attraversava la strada.

Ogni giorno io ti insegno queste cose ma tu,
non mi senti.

Autunno

E' lontana la mia primavera,
il profumo di quei sogni è svanito, lo ritrovo negli sguardi dei ragazzi innamorati.
Anche la mia estate è passata,
le scottature di quelle esperienze non bruciano più, sono soltanto piccole cicatrici quasi invisibili.
Sto vivendo il mio autunno ora,
devo correre, devo sbrigarmi, non mi soffermerò neppure un istante a guardare quei ramoscelli secchi che sono le delusioni, le amarezze, le ipocrisie delle false amicizie, le maldicenze.
Devo raccogliere attimi di sincerità, di serenità, di affetto disinteressato.
Devo raccogliere abbracci caldi e sorrisi di bambini.
Devo raccogliere i momenti in cui mio figlio mi sta di fronte e mi parla sorridendo.
Devo raccogliere attimi intensi e viverli pienamente.
Diventeranno ceppi di buon legno da ardere durante il mio inverno,
li butterò nel camino del mio cuore e mi scalderanno l'anima.
Oppure diventeranno le ultime pagine di un bel libro da sfogliare la sera
prima di dormire.
Devo sbrigarmi, non c'è tempo da perdere, l'inverno sta bussando
nervosamente e, che mi piaccia o no, lui entrerà con prepotenza.
Saprò accettare la sua presenza?
Se Dio mi abbraccerà forte forte, forse, avrò meno paura della morte.